lunedì 8 settembre 2014

Il Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato
di Rory Naismith

I lavori del Consiglio

Uno dei più prestigiosi e influenti corpi del regno è il Regio Consiglio di Stato. Il compito di base è quello di consigliare il re su come governare il regno, ma il Consiglio detiene un potere effettivo e può imporre veto in qualsiasi decisione venga presa. In pratica il re delega le responsabilità per le varie mansioni ai membri del Consiglio che si prende cura delle questioni per suo conto. Sono molte le possibilità di avanzamento politico per coloro che stanno nel Consiglio, che è colmo di un mix di favoriti del re, grandi nobili e qualche genuino ed efficace amministratore.
Tecnicamente il re può invitare chiunque a tutte le sedute, ma soltanto chi le frequenta regolarmente è un ministro. I ministri sono i soggetti incaricati nei dipartimenti coinvolti nella gestione del regno, come ad esempio finanza,  guerra e politica estera. Nel passato molti nobili importanti hanno partecipato al Consiglio semplicemente per via del loro rango e della loro posizione a corte (Charles II de la Dure, per esempio, a volte annunciava semplicemente che il Consiglio era in sessione mentre sedeva nel mezzo di una festa nel giardino del palazzo), ma, soprattutto grazie agli aiuti del cardinale Dumouriex, i partecipanti sono tenuti strettamente in basso numero, infatti a meno che il re non sia irremovibile, di solito riesce a dissuaderlo dall'invitare chiunque eccetto i ministri regolari, che sono obbligati a partecipare. È pienamente consapevole che lasciare molti altri individui all'interno del Consiglio potrebbe compromettere la sua posizione di potere. Invece preferisce lasciare che le varie fazioni lavorino attraverso i consiglieri, permettendogli di tenere sotto controllo gli affari o di provare a raggiungere l'orecchio del re mentre è fuori dalla camera del Consiglio. Dato che il re non è interessato a discutere di insipide questioni di soldi, governo e decreti quando non è al Consiglio, è molto difficile per gli altri nobili fargli ascoltare le proprie richieste. Tutta la corte conosce questo problema e sa bene che il cardinale Dumouriex ne è la causa. Non sorprendere che ci siano tanti grandi personaggi a corte che hanno seri rancori contro di lui, anche se finora nessuno ha osato tentare di ordire una trama o di allearsi per diminuire il suo potere.
Il cardinale ha molte spie all'interno e intorno al palazzo Oisillon, cerca con ansia qualsiasi cospirazione ed è pronto a fare qualsiasi mossa per prevenire una minaccia alla sua eminenza. Tutti gli altri ministri, comunque, sono profondamente coinvolti in reti di patronage e nelle fazioni a corte.

I ministri del Consiglio di Stato

Il Primo Ministro:
Normalmente non c'è un primo ministro, il re si prende più responsabilità o le delega a più persone. Comunque sotto Charles III il cardinale Dumouriex è arrivato ad avere un comando tanto vasto più di qualsiasi altro individuo del regno. Molto semplicemente è lui che governa il regno in nome di Charles, distribuendo compiti e responsabilità agli agenti reali e ai ministri. Molti di questi importanti compiti li tiene per sé e passa molte ore chino su registri e rapporti. Nonostante la sua immensa mole di lavoro sembra avere un'energia illimitata e si dice che non dorma ma che semplicemente dica una breve preghiera a Shallya. È un governatore inflessibile con una mente prodigiosa e con la capacità di lavorare a suo vantaggio in qualsiasi situazione. A volte ciò preclude che si faccia ciò che è più giusto per la Bretonnia. In pratica è lui che presiede i concili di Stato, stando al posto del re mentre questi è a caccia, sta dormendo o è impegnato in qualche altra graziosa faccenda. Anche quando Charles è presente, gli osservatori attenti notano il suo occhieggiare verso il cardinale prima di rispondere. Una potenza di questa portata è un fatto pericoloso e nel guadagnare e nel mantenere la sua posizione Dumouriex si è fatto molti nemici, non ultima la potentissima famiglia De Semblancy. La maggior parte del tempo del cardinale è speso tenendo a bada i De Semblancy e gli altri nemici politici, un compito che diventa ogni giorno più difficile.

Ministro delle Finanze:

L'odierno ministro delle finanze è Pierre Granvelle, secondogenito di Bernard Granvelle, ex governatore di l'anguille e capo di una potentissima fazione nobiliare. La posizione di suo figlio nel Consiglio è in gran parte dovuta alla ritrovata influenza della famiglia Granvelle, ma ancora più importante per il loro status è la loro comprovata abilità come amministratori, impiegati e uomini d'affari. Pierre non è un'eccezione, comunque si dice sia in possesso di un'affinità magica per i numeri, tanto grandi sono le sua abilità con l'aritmetica. È capace di realizzare in pochi secondi calcoli che richiederebbero ore a uomini istruiti, e non fa mai un errore. Ciò per lui è una seria questione di onore. Con tale misteriosa abilità per la gestione e la contabilità, è un dono che si è rivelata estremamente utile, dato lo stato confusionario delle finanze bretoniane. Tasse, debiti, esenzioni e pensioni si sono accumulate nel corso di secoli, così che oggi il sistema ha una complessità decisamente bizantina. La magia finanziaria di Pierre Granvelle è appena sufficiente per mantenere la solvibilità e qualsiasi spesa importante, ad esempio una grossa guerra, porterebbe in fretta l'intero sistema al collasso. Pierre è probabilmente l'uomo più occupato di palazzo Oisillon e può ritagliarsi poco tempo per sfilare nelle sale da ballo e nelle gallerie del gran palazzo. La maggior parte delle sue ore da sveglio le passa chiuso in una stanzetta con candela e penna d'oca. Le relazioni con gli altri membri del Consiglio sono buone, in particolare con il cardinale Dumouriex, che ritiene le abilità di Pierre veramente elevate. Infatti egli è uno dei pochissimi individui a cui il cardinale è disposto a dare fiducia, almeno in materia di finanza. Di conseguenza fintanto che sarà capace di dare al re e al cardinale ciò che loro desiderano per realizzare i propri vari progetti, Pierre sarà lasciato stare. C'è parecchia speculazione tra gli altri nobili a corte su cosa fa durante il suo tempo libero, Pierre Granvelle è bersaglio di molti scherzi irritanti ideati dai nemici della sua famiglia.

Ministro dell'Esercito e della Marina:

 Nel passato questo posto era normalmente occupato dal maresciallo di Bretonnia, che dopo il re è comandante di tutte le forze armate della nazione. Tuttavia, grazie soprattutto alle macchinazione del cardinale Dumouriex, il presente maresciallo (François de Semblancy, arcinemico del cardinale) non regge alcun seggio nel Consiglio di Stato. Il padre di François, Chlodion de Semblancy era ministro dell'Esercito e della Marina, ma sebbene so figlio fu nominato maresciallo dopo la sua morte, Charles II de la Dure scelse invece un nobile minore in apparenza sconosciuto, il barone Henri Merienne. Corrono diverse voci che il vecchio re aveva un qualche tipo di debito con Merienne per qualche incidente da giovani, secondo alcuni i due sono stati educati insieme e alcuni parlano di un orrendo segreto, la verità la conosceva soltanto Merienne. Qualunque cosa possa essere successa, Marienne morì nel 2511 CI, diversi anni dopo Charles II. Prima della sua morte il vecchio re deve aver parlato con suo figlio così che la posizione del barone non venisse contestata. Dopo la morte di Merienne, Charles III si dice abbia pianto di gioia e quindi di aver ordinato di prendere controllo delle camere del barone e bruciarne tutto il contenuto senza riguardo. Nessuno ha spiegato le ragioni di questo atto. Su suggerimento del cardinale Dumouriex, Charles III al posto di Merienne ha scelto il suo miglior amico, Louis Villeroi, allora diciassettenne. È stata una mossa scioccante e molti osservatori di allora mormorarono che la mossa segnava la fine di tutta la dignità e il rispetto nel Consiglio di stato e nella nazione intera. Tra quelli irritati dal cambiamento non è ultimo François de Semblancy, si dice che due suoi servitori siano rimasti uccisi prima che stemperasse la rabbia. La sua reazione non è totalmente ingiustificata. Villeroi, anche se notoriamente bello, non è molto brillante e si impegna con le dame e la vita di corte piuttosto che con gli affari militari. È un giovane sognatore abbastanza stravagante visto i suoi abiti a maniche larghe e la poesia sentimentale. Le origini di Villeroi sono avvolte nel mistero. Nessuno sa dire con certezza quando sia arrivato a corte prima di essere nominato al Consiglio di Stato e aver conquistato gli sguardi adoranti di re Charles. In effetti un qualcosa di etereo e nebulosa sempre seguirlo ovunque lasciando i suoi ascoltatori vagamente perplessi. La sua apparente ingenuità e insicurezza vanno molto bene al cardinale Dumouriex; c'è un individuo vicino al re meno  politicamente interessante di cui preoccuparsi, l'influenza di De Semblancy è decisamente limitata all'esercito che tiene strettamente sotto il suo controllo.

Segretario di Stato per gli affari esteri:

Dato che questa posizione è a tal punto importante per impressionare i dignitari in visita, il cardinale Dumouriex e il re sostengono il marchese de Frejus come segretario di Stato per gli affari esteri. Hubert de la Motte, capo degli Amboise e cugino del re svolge tale ruolo efficacemente. Tutti i visitatori del Palazzo Oisillon se ne sono andati con una memoria vivida dello splendore regio. È stato nominato da Gontrand, duca de Gascogne, durante la sua reggenza. Di sicuro la sua elevazione è legata al nepotismo (Gontrand era il padre di Hubert, quando fu scelto come segretario per la prima volta nel 2507 CI Hubert aveva solo ventuno anni), ma con la sorpresa di tutti il giovane meridionale si dimostrò altamente adatto per la sua posizione.
Il prestigio internazionale di Bretonnia è costruito sulle buone capacità organizzative di Hubert de la Motte molto più di quanto la gente creda. Grazie a lui Charles III de la Tête d'Or gode di una reputazione tra le più alte tra i monarchi del Vecchio Mondo. D'altra parte qualcuno l'ha presa nel modo sbagliato e vede la nobiltà bretoniana come decadente e dispendiosa. Che questo sia vero o no non è una cosa che preoccupa Hubert, egli continuerà ad allestire le più eccitanti e meglio organizzate feste fintanto che si occuperà del ministero. Eppure le sue responsabilità non si esauriscono con le occasioni diplomatiche, è anche gravato dall'incalzare dalle comunicazioni che vanno e vengono coi capi di Stato stranieri. In questo frangente egli dà prova di essere ben più sottile, ha una solida conoscenza sia del classico che del bretoniano, così come un'avanzata capacità nel tileano, estaliano e reikspiel, ha anche imparato un po' di elfico durante i suoi studi. Se c'è un pericolo che con Hubert è che forse è troppo bravo in quello che fa, e questo è l'intrico e la base quasi illusoria sulla quale regge  la reputazione internazionale di Bretonnia (Hubert è stato piuttosto ottimista nella sua descrizione degli eserciti bretoniani, delle sue fortezze e della sua ricchezza) potrebbe andare in frantumi a causa di un passo falso. Allo stesso modo Hubert è veloce a prendersi antipatie e sparare sentenze che, sebbene di solito basate su incisive e accurate osservazioni  (a volte un po' troppo accurate), possono suscitare risentimento in coloro che vengono offesi. Per molti egli si presenta semplicemente come un arrogante e un dissoluto; sono vere entrambe le cose, ma è pericoloso dimenticarsi che ha anche molti legami, è spietato, intelligentissimo e dotato di molti talenti celati alla vista.

Segretario di Stato ai dispacci:

Al momento questo posto è occupato da Nicholas Fouquet, conte de Sarlat. È stato nominato nell'ultimo anno del regno di Charles II, pare come compromesso con François de Semblancy, il duca de Lyonnais, Maresciallo di Bretonnia, che non occupava il Ministero dell'Esercito e della Marina durante i tempi del potere di Henri Merienne, ma sia il duca che il re erano convinti che la potente e distinta famiglia dovesse avere qualche potere al Consiglio di Stato. D'altra parte François non se la sentiva di abbassarsi a occupare qualsiasi posto diverso da quello di Ministro dell'Esercito e della Marina, di conseguenza il re accettò tacitamente la scelta del duca di Nicholas Fouquet, uno dei suoi clienti e uno dei cugini dei de Semblancy.
 Charles III ha rispettato la scelta di suo padre e non ha fatto niente per contestare la posizione di Fouquet. François de Semblancy era, comunque, sconvolto quando il posto che aveva sperato di guadagnare (il Ministero dell'Esercito e della Marina) fu preso da Louis Villeroi, costringendolo a lasciare il noioso Fouquet come unico mezzo per guadagnare potere al Consiglio di Stato. Il ministro è famoso per la sua personalità volubile, con la voce grossa, l'andatura spavalda e una propensione a sbraitare e a picchiare i villici. Eccelle nel gioco e nella caccia e ha provato in molte occasioni di essere capace di reggere una quantità enorme di alcolici prima di collassare. Il duca de Lyonnais non conosceva personalmente Fouquet quando fu nominato al posto, egli cercava qualcuno preciso e, sperava,  facile da comandare. Fouquet non è esattamente quello che cercava. Non che non si sia preso niente a cuore arrivando a palazzo, semplicemente tiene molto di più al cibo, al bere e al divertimento, lasciandosi poco tempo per il vero lavoro. François de Semblancy spesso ha un crollo nervoso cercando di mettere Fouquet a fare ciò che gli viene richiesto e per portare con certa urgenza una questione al Consiglio di Stato. Ha considerato molte volte di eliminare Fouquet dal Consiglio, ma sa che prima di tutto il cardinale Dumouriex bloccherebbe qualsiasi mossa poiché apprezza di avere il poco furbo Fouquet al Consiglio. Lui, i suoi agenti e Pierre Granvelle gestiscono la maggior parte della corrispondenza reale importante, limitando l'influenza di de Semblancy. Anche François riconosce che, dovessero buttare fuori Fouquet dal Consiglio, egli troverebbe quasi impossibile portare un altro dei suoi clienti al Consiglio a causa della presenza del cardinale. Così l'esasperato e spesso furente de Semblancy spesso si ritrova invischiato in ardenti discussioni con Fouquet nel tentativo di stimolarlo verso qualche tipo di attività utile.

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